Scene a cielo aperto


SCENE A CIELO APERTO

Il teatro latino

La costruzione di teatri stabili nell’Urbe, nel 154 a.C., era vietata, come narrano Livio e Tacito, e il Senato aveva fatto abbattere un teatro in muratura. Gli spettacoli si eseguivano su palcoscenici di legno, smontati dopo le rappresentazioni e in piedi, poichè erano proibiti anche i sedili. Si pensa che si dovesse mantenere il carattere religioso del teatro tradizionale greco; infatti i teatri provvisori in legno venivano eretti solo vicino a luoghi di culto. In realtà gli spettacoli teatrali erano osceni e colmi di satira contro i politici, e il pubblico romano era abituato a manifestarsi con grida, tamburi, battere di piedi e fischi. I teatri potevano scatenare sommosse, cosa che i senatori temevano quasi quanto una guerra. il teatro di Pompeo, anche se oggi non è più esistente, è stato il primo teatro di Roma costruito in muratura. Per Roma fu un' innovazione storica dato che la legge, poco tempo prima, vietava la costruzione di teatri in muratura. Ma nel 55 a.c. il console Pompeo era un eroe, vincitore degli schiavi ribelli di Spartaco, dei pirati del Mediterraneo, dei Siriani, Armeni e Palestinesi, l’uomo che ha portato le legioni romane fino al mar Caspio ed ha triplicato le entrate dello Stato. Pompeo dunque aggirò la legge e fornì a Roma il teatro. Costruì pertanto su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice, con una gradinata d'accesso ad esedra davanti al tempio, praticamente una classica cavea semicircolare, a ridosso di una scena monumentale lunga ben 90 m, sistema utilizzato successivamente dai romani per la costruzione di altri teatri in muratura. Le scale di accesso al tempio, edificate a forma di cavea, erano dunque diventate le gradinate del teatro, che rappresentava l'elemento sacro. Su quei gradini la gente sedette mirando gli spettacoli e voltando le spalle al tempio, proprio come oggi sulla scalinata di Piazza di Spagna. Infine fu edificato il palcoscenico di legno. Del più grande teatro di Roma antica ci sono parecchie tracce nelle fonti letterarie. La conformazione planimetrica del teatro e dell’intero complesso si evince attraverso frammenti della pianta marmorea severiana, che la configura nell’area circoscritta dalle vie dei Giubbonari, di Torre Argentina, del Sudario, da Piazza del Paradiso e Via del Biscione. L’edificio teatrale era rivolto verso est ed esternamente aveva splendidi rivestimenti in pietra gabina, materiale vulcanico di colore scuro, alternata al travertino, materiale calcareo di colore chiaro, creando un piacevole contrasto di toni. Davanti all'entrata del treatro erano le due gigantesche statue dei Dioscuri con i cavalli, i semidei che aiutarono i Romani nella battaglia del lago Regillo combattendo per loro, oggi visibili all'entrata della piazza del Campidoglio, come è ricordato nelle epigrafi dei basamenti. I cunei, coperti da volta a botte, che avevano il compito di sostenere le gradinate: All’interno la cavea era organizzata su due ordini di gradinate, il cui andamento è oggi ricalcato dalla via di Grotta Pinta, realizzata con un sistema di sostruzioni in muratura, con una serie di cunei in opus reticulatum di tufo. Dietro il palcoscenico c'era un immenso portico con colonne di granito di m.180 x 135, con quattordici enormi statue delle nazioni da lui sottomesse, e una zona aperta con fontane, giardini, ninfei e due boschetti di platani. Il quadriportico, dove ci si poteva riparare in caso di pioggia, terminava con la Curia di Pompeo per le periodiche riunioni del Senato, dominata da una sua grande statua, che tiene un globo nella mano destra. Le fonti ricordano il restauro del teatro di Augusto nel 32. a.c. e quello successivo di Tiberio a seguito di un incendio nel 21 d.c. Un grosso incendio divampò poi nell’80 d.c. con notevoli rifacimenti di Domiziano, ma l’incendio peggiore fu quello sotto Carino, nel 291 d.c., anche questo rimediato con costose riparazioni. Gli ultimi interventi risalgono a Diocleziano e Massimiano, ed proprio durante questi ultimi lavori le due parti che componevano il portico furono intitolate a Iovia e Herculia. Una gigantesca statua di Ercole in bronzo dorato fu infatti qui rinvenuta nel XVI sec., oggi conservata a palazzo Spada. Il teatro di Pompeo fu restaurato ancora nel VI secolo da Teodorico, un imperatore barbaro ma molto romanizzato. Il teatro romano subì profondamente l'influenza del teatro greco, tanto che si crearono due sottogeneri di tragedia e commedia: quelle di ambientazione greca e quelle di ambientazione romana. La commedia di ambientazione greca era la "palliata", quella romana "togata", era una divisione in base alle veste indossate dagli attori, il pallio, mantello greco e la toga, abito romano. La tragedia di ambientazione greca invece era chiamata "cothurnata", dalle calzature indossate dagli attori, cothurni, mentre quella romana era chiamata praetexta. Ma c’è un’importante differenza tra i teatri greci e quelli romani: mentre nei primi le gradinate per gli spettatori erano in legno e appoggiate a un pendio naturale, oppure scavate nella roccia, i teatri romani avevano le proprie fondamenta, quindi anche la cavea era in muratura, con gallerie e aperture. Un capolavoro architettonico di cui si può vedere un esempio anche ad Aosta e Verona, oltre che in molte altre città d’Italia e del Mediterraneo.

 


 

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